“Tre camici”: è questo il titolo del libro presentato in occasione di una delle ultime riunioni di reparto da Giovanna Pisanelli, volontaria Avo presso il Policlinico di San Donato Milanese.
Giovanna si è ritrovata ad indossare il camice della volontaria prima nel reparto di Oncologia del Policlinico di San Donato, poi accanto al marito Ermanno, scomparso dopo una coraggiosa battaglia contro la malattia, ed infine con se stessa, quando a pochi mesi dal dolore per essersi ritrovata sola senza il compagno della sua vita, scopre di essere anche lei affetta dallo stesso male, che chiama “la bestia nera” , contro il quale aveva visto lottare ,oltre ad Ermanno, i pazienti del suo reparto.
Ne nasce uno scritto terapeutico per Giovanna che attraverso la scrittura rielabora la dura esperienza del dolore e della malattia, per riscoprire pagina dopo pagina il valore della sua vita alla luce della sofferenza propria e altrui.
È il bisogno di raccontare,di testimoniare per condividere , di capirsi ed aprirsi all’ascolto che inducono Giovanna a redigere una sorta di diario dello spirito, un cammino dentro se stessa e le proprie sensazioni, che si traduce in un viaggio emozionante per tutti noi lettori non solo nelle pieghe dell’animo dell’autrice , ma anche dentro di noi.
La commercializzazione del dolore e laricerca di un successo editoriale sono estranee alle pagine di questa storia , vera ed autentica.
Un’esperienza di vita e di morte, di malattia e di lotta lucida e dignitosa diventa invece, attraverso la prosa scorrevole e analitica di Giovanna, un’ occasione di riflessione per il lettore che si sente guidato lungo un percorso introspettivo alla scoperta del messaggio di fondo: la scelta di impostare la vita sulla consapevolezza dell’incertezza del domani , ma anche sulla necessità di amare, di dare, di condividere ed ascoltare.
Giovanna scrive per sé , per aiutarsi con gli strumenti che la sua professione di insegnante di lettere e il suo naturale talento espressivo le mettono a disposizione, ma finisce con l’aiutaretutti noi che leggendo la sua storia, capiamo l’importanza di metterci a nudo con sincerità nella logica dell’altruismo , del donare a chi ascolta anche il proprio dignitoso dolore.
Laura Bellinato